6 curiosità sui tappeti orientali che forse non conoscevi

Originari di regioni come Persia, Turchia e India, i tappeti orientali ancora oggi molto più che semplici oggetti decorativi. Riflettono la ricchezza culturale di civiltà antichissime, pur essendosi adattati nel tempo per rispondere sempre più ai gusti di una clientela moderna e di gusto sempre più minimalista.

Ogni nodo racchiude secoli di tradizione, simbolismo e artigianalità, e alcuni segreti o curiosità poco conosciute (se non si è esperti come noi dell’atelier di Adamello tappeti a Costa Volpino), che vi faranno apprezzare ancora di più l’incredibile fascino di questi manufatti unici.

1. L’arte dei tappeti ha più di 2.500 anni

L’arte di creare tappeti ha origine in tempi molto antichi, con una storia che risale a oltre 2.500 anni fa. I primi tappeti erano realizzati in lana di pecora, e tinti attraverso piante e altri elementi vegetali, e servivano perlopiù a proteggere le tende dal clima rigido delle regioni montuose. 

Il più antico esempio conosciuto di tappeto propriamente detto è il tappeto Pazyryk, rinvenuto congelato nelle tombe di ghiaccio della Siberia Meridionale. Considerato il tappeto annodato più antico mai scoperto, si stima infatti risalga al V secolo a.C. Con i suoi motivi geometrici e le rappresentazioni naturalistiche (cavalli bianchi e alci rossi e gialli, oltre a grifoni e motivi floreali stilizzati), questo reperto è una testimonianza eccezionale della maestria tessile di un popolo che già in epoca antica sapeva realizzare tappeti intricati e raffinati.

2. Ogni tappeto racconta una propria storia

I motivi presenti nei tappeti orientali non sono mai scelti a caso. Ogni disegno e simbolo, che si tratti di animali, fiori o figure geometriche, ha un significato specifico e spesso rappresenta storie, valori e tradizioni delle culture di origine. 

Le figure geometriche, tanto apprezzate dall’interior design contemporaneo e minimalista, hanno spesso significati spirituali, e vengono utilizzate nei tappeti impiegati come oggetti cerimoniali e religiosi (ad esempio i tappeti più piccoli da preghiera). Anche i motivi floreali sono ricorrenti, poiché rappresentano prosperità e crescita, mentre gli animali come cervi e leoni simboleggiano forza e coraggio. Un altro simbolo, spesso ricorrente, è il melograno (come in questo tappeto scendiletto Kum in pura seta), presente sia come fiore che come frutto in un augurio di fertilità e prosperità. 

Questi disegni sono tramandati di generazione in generazione, raccontando la storia di un popolo. Alcuni, poi, sono tipici di una singola regione, al punto da diventare segni distintivi: il motivo Boteh, una sorta di goccia geometrica che augura fertilità e rinascita, per esempio, è tipico dei tappeti iraniani.

3. Regione che vai, (stile di) tappeto che trovi

I tappeti orientali, dunque, non sono tutti uguali: ogni regione di provenienza ha un proprio stile, influenzato da fattori culturali, e dalle risorse naturali presenti storicamente sul territorio. 

Per esempio, i tappeti di Tabriz sono celebri per i motivi floreali intricati e i colori pastello in tonalità tenui avorio e rosa, mentre i tappeti Heriz si distinguono per i disegni geometrici e i contrasti intensi di rossi e blu. Altri tappeti, come quelli di Kashan, si caratterizzano per motivi eleganti e simmetrici, e dettagli molto elaborati, in una sofisticata gamma di colori rende questi tappeti adatti ad ambienti formali e ricercati.

4. Nodo e nodo: il nodo persiano, una tecnica artigianale complessa

Uno degli aspetti più affascinanti dei tappeti persiani è la loro tecnica di annodatura. 

Il nodo persiano, o nodo Senneh, è una tecnica complesse e raffinate: questo nodo asimmetrico, infatti, richiede una grande abilità, al punto che il numero di nodi per pollice quadrato (KPSI) influisce sul valore del tappeto. Maggiore è la densità, infatti, più il tappeto è duraturo e resistente, ma anche la definizione dei dettagli decorativi diventa maggiore. 

A differenza del nodo turco (nodo simmetrico), il nodo persiano permette infatti di ottenere dettagli più fini e precisi, rendendo il tappeto un’opera di altissima qualità. 

5. Il colore del tappeto cambia nel tempo

Una delle caratteristiche uniche dei tappeti orientali è che con il passare del tempo il loro colore tende a cambiare. I tappeti orientali pregiati come quelli di Adamello tappeti, infatti, vengono tradizionalmente realizzati attraverso tinture naturali estratte da piante come l’indaco (per i blu intensi), la robbia e il melograno (per ottenere tonalità rosse). 

Col passare degli anni, questi colori tendono a schiarirsi e ad acquisire una tonalità più morbida, sviluppando una patina unica molto apprezzata dagli intenditori e dagli interior designer. Si tratta infatti di una sfumatura naturale e graduale impossibile da riprodurre artificialmente, che dona al tappeto una bellezza senza tempo e un carattere distintivo.

6. Ci vogliono anni per realizzare un tappeto fatto a mano

La realizzazione di un tappeto orientale fatto a mano, contemporaneo o in stile classico, richiede pazienza e una notevole abilità artigianale. Un tappeto può richiedere da alcuni mesi a diversi anni, anche dieci nel caso dei tappeti più grandi e complessi. 

Gli artigiani annodano il tappeto nodo dopo nodo, lavorando a turno per evitare errori e non compromettere l’armonia del disegno, in un processo lento e meticoloso che conferisce a ogni tappeto un valore unico e ineguagliabile.

I tappeti orientali sono quindi molto più che semplici accessori: ogni tappeto è il risultato di anni di lavoro, di una cura artistica meticolosa e di un patrimonio culturale tramandato da secoli. 

Se queste curiosità vi hanno avvicinato al fascino e al valore di questi straordinari manufatti, potete esplorare l’arte dei tappeti orientali nel nostro atelier di Adamello tappeti a Costa Volpino, sul lago d’Iseo, tra le province di Bergamo e Brescia. Troverete centinaia di modelli in pronta consegna, per rendere i vostri ambienti (salotti, ingressi o camere da letto e studi) gioielli unici come la storia narrata da ogni tappeto.